Lo scorso 16 febbraio, nel Golfo dell’Asinara, è stato recuperato un giovane esemplare di Caretta caretta. Qualche giorno fa la simpatica tartaruga è stata liberata nel mare del Parco Nazionale.
“Dopo un periodo di osservazione a cura del Centro recupero tartarughe marine del Parco nazionale dell’Asinara, abbiamo potuto liberare ‘Carletto’ a Punta Lunga, restituendolo al suo habitat naturale”, ha detto l’assessore regionale della Difesa dell’ambiente, Marco Porcu, che, la mattina del 23 giugno, durante una visita nel Parco nazionale dell’Asinara, ha partecipato alla liberazione della tartaruga.
L’esemplare, di appena due chili, era stato recuperato e curato dai veterinari del Centro perché aveva difficoltà nell’immersione ed era stato trasferito all’Osservatorio del mare nel Parco per effettuare tutti gli accertamenti clinici.
“L’attività di protezione e salvaguardia delle tartarughe Caretta caretta è curata dalla ‘Rete regionale per la conservazione della fauna marina’, con il coordinamento dell’Assessorato regionale e la collaborazione del Corpo forestale e delle Capitanerie di porto – ha aggiunto l’assessore Porcu – Le spiagge della Sardegna, sovente, sono scelte da questa specie anche per nidificare, a riprova dell’ottimo stato di salute dei nostri litorali, dove trovano le condizioni climatiche giuste. Nelle prossime settimane, approfittando delle condizioni climatiche e del traffico nautico ancora contenuto, altri esemplari di tartarughe saranno rimessi all’interno del loro ambiente naturale. La Regione è impegnata da tempo sul tema della biodiversità marina, che rappresenta un fattore di ricchezza ambientale”.
Subito dopo, l’assessore Porcu ha inaugurato, a Cala Reale, lo spazio espositivo riservato allo scheletro di una balenottera che si era spiaggiata a Sorso nel 2017. L’allestimento dello spazio, aperto al pubblico, è stato curato, nella chiesetta di Cala Reale, dal Parco e dall’associazione Crama.
Infine, ha partecipato alla tavola rotonda “Dialogo transfrontaliero a supporto della Carta di partenariato Pelagos”. Alla Carta, sottoscritta da Francia, Italia e Principato di Monaco, hanno aderito oltre 136 Comuni, che svolgono attività di formazione, sensibilizzazione, comunicazione e primo intervento in caso di spiaggiamento di cetacei sul proprio territorio.
“Con l’Accordo Pelagos – ha spiegato l’assessore dell’Ambiente – è stato creato un santuario per la protezione dei mammiferi marini nel Mediterraneo. Vogliamo migliorare la conservazione dell’ambiente marino, valutando e gestendo l’impatto dell’uomo sulle specie e sull’habitat. La ‘Carta Pelagos’ è lo strumento col quale i comuni costieri del Santuario realizzano le attività in favore dei mammiferi marini e del loro habitat”, ha concluso l’assessore Porcu.