L’Isola dell’Asinara, oggi uno dei gioielli naturalistici della Sardegna, era un tempo una delle prigioni più inaccessibili d’Italia, tanto da essere soprannominata da diverse testate giornalistiche “l’Alcatraz italiana”. Qui, in mezzo al mare cristallino e ai panorami mozzafiato, sorgeva un carcere che ospitava alcuni tra i più pericolosi detenuti del Paese, tra cui brigatisti e mafiosi di rilievo come Totò Riina, che trascorse quattro anni nelle sue celle. La sicurezza dell’isola era tale da farla diventare un rifugio sicuro anche per Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, i magistrati simbolo della lotta alla mafia, che vi trovarono protezione prima del maxi processo.
Il passato dell’Asinara: da colonia penale a Parco Nazionale
Il carcere dell’Asinara, attivo dal 1885 al 1998, si trova in uno scenario oggi impensabile: un’isola incontaminata, ricca di biodiversità e panorami mozzafiato, che fu trasformata nel 2002 in Parco Nazionale. Tuttavia, dietro la bellezza naturale, l’Asinara nasconde un passato duro e sofferto. Nel 1855, l’isola vide l’allontanamento forzato di circa 500 pastori e pescatori per far spazio a una colonia penale agricola e a una stazione sanitaria di quarantena. Durante la Prima Guerra Mondiale, l’isola si trasformò in un immenso campo di prigionia, ospitando fino a 25.000 prigionieri austro-ungarici.
Negli anni ’70, l’Asinara divenne un carcere di massima sicurezza, perfetto per contenere brigatisti e boss mafiosi grazie alla sua posizione inespugnabile. Tra le diverse strutture disseminate nei 52 chilometri quadrati dell’isola, spicca il carcere di Fornelli, il primo ad essere costruito e protagonista di una celebre rivolta nel 1977, che portò a un inasprimento delle misure di controllo. Altra struttura di rilievo è il bunker di Cala d’Oliva, dove furono incarcerati Riina e Cutolo, e che con la sua sorveglianza costante divenne il simbolo della durezza del regime detentivo.
Visita all’Asinara: un tuffo nella storia e nella natura
Oggi, l’isola dell’Asinara è un luogo magico dove la natura e la storia si intrecciano. Le vecchie strutture carcerarie, immerse in un contesto di rara bellezza, sono testimoni silenziose di un passato complesso e spesso tragico, mentre l’isola stessa offre ai visitatori la possibilità di esplorare una delle aree più ricche di biodiversità del Mediterraneo, con oltre 80 specie di vertebrati terrestri.
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