Un’altra delle meraviglie da visitare è il Parco Nazionale dell’Asinara un’area naturale protetta che si estende per 51,23 km² presenta una geografia prevalentemente montuosa. In estate una flotta di traghetti parte regolarmente da Porto Mannu per raggiungere il parco dove troverai specie in via d’estinzione inoltre Se sei appassionato di windsurf e di sub in questa zona troverai varie agenzie, per lo più concentrate sulla Spiaggia della Pelosa, che noleggiano attrezzature e organizzano corsi e immersioni. A fine agosto potrai anche assistere alla Regata della Vela Latina di Stintino, le cui barche riempiono lo stretto braccio di mare che separa Stintino dall’Asinara.
Luoghi incontaminati, paesaggi isolati, rare specie vegetali e animali, vicende storiche sui generis, l’isola nell’estrema punta a nord-ovest della Sardegna, spartiacque fra mare aperto e golfo omonimo, è un mondo a se stante, da scoprire.
Colline arrotondate e ricoperte di verde mediterraneo, fauna caratteristica come l’asinello bianco, mille tonalità del mare e fondali ricchi di vita. Le ricchezze naturalistiche dell’Asinara, disseminate su 50 chilometri quadrati rientranti nel territorio di Porto Torres, sono parco nazionale (1997) e area marina protetta (2002). Prima della loro istituzione l’isola, separata dalla terraferma da isola Piana e passaggio di Fornelli, ha vissuto una storia singolare, che l’ha conservata integra.
Le prime tracce umane sono le domus de Janas di Campu Perdu. L’area divenne nel XX secolo una delle diramazioni penali del carcere, in particolare vi sorsero le stalle dove lavoravano i carcerati. Non mancano anche testimonianze medievali: i ruderi del monastero camaldolese di sant’Andrea e il Castellaccio, su un colle raggiungibile da un sentiero. A partire dal 1600 sull’isola si insediò una comunità di pastori e pescatori. Istituiti colonia agricola e lazzaretto nel 1885, i residenti furono allontanati: 45 famiglie fondarono Stintino, oggi rinomata località turistica, da cui la potrai raggiungere con escursioni organizzate. Da non perdere è l’Ossario del 1936, contenente le ossa di settemila austroungarici deportati durante la Grande guerra. Per oltre un secolo l’Asinara è stata in isolamento, ancor più con l’istituzione del carcere di massima sicurezza (1975), dove finirono brigatisti, sequestratori e boss della malavita come Raffaele Cutolo e Totò Riina.
Ammirerai una terra incontaminata, da percorrere in bici, a cavallo, a bordo di fuoristrada o trenini. Le coste misurano 110 chilometri: il versante occidentale sprofonda con ripide scogliere, quello orientale è sabbioso con scogli emergenti: qui sarai abbagliato da sabbia soffice e acque cristalline: cale sotto massima tutela, come sant’Andrea e d’Arena e, prima di Punta Scorno, la famosa Cala dei Ponzesi a Punta Sabina. Le acque attorno sono habitat di mammiferi marini e paradiso da esplorare: canaloni e spaccature custodiscono relitti, uno di fronte al molo di Cala Reale. Nell’insenatura c’è un paesino di fine XIX secolo, dove sorgevano lazzaretto e residenza dei reali di Savoia, oggi è sede di ministero dell’Ambiente e servizi turistici. Delle vicende storiche è testimone anche il borgo di case basse e bianche di Cala d’Oliva, dove risiedevano comandante delle diramazioni della colonia penale e famiglie delle guardie. Qui soggiornarono i magistrati dell’Antimafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, mentre a sud c’è Fornelli, dove sorge l’ex carcere di massima sicurezza. Il versante occidentale, invece, sprofonda con ripide scogliere.
Da Cala Reale potrai partire in escursione a piedi, a cavallo e in mountain bike, oppure fare immersioni subacquee e visite alle strutture dell’isola. Il ‘sentiero della memoria’, lungo oltre cinque chilometri, ti farà ripercorrere a ritroso la storia dell’Asinara. Il percorso arriva a Campu Perdu: qua sorgono le stalle dove lavoravano i detenuti nel XX secolo, e accanto un ossario, realizzato nel 1938 su richiesta del governo austriaco. Qua sono raccolte le ossa di settemila militari austroungarici deportati. Mentre il ‘sentiero dell’asino bianco’ di otto chilometri ti porterà a contatto con il simbolo dell’isola, presente ovunque allo stato brado. Lungo un terzo sentiero. conoscerai alcune testimonianze medievali: i ruderi del monastero camaldolese di sant’Andrea e il Castellaccio.
Sulla costa orientale dell’isola il litorale è in gran parte sabbioso con scogli emergenti qua e là. Le profondità custodiscono relitti, uno trovato nel 1995 vicino al molo del lazzaretto: una nave romana del IV secolo d.C. che trasportava conserve di pesce dalla penisola iberica a Roma.